L’aria è nuova e la luce anche. La Cappella Sistina vede finire un altro restauro, dopo quello memorabile di 20 anni fa quando vennero ripuliti dal nerofumo delle candele gli affreschi. Oggi è un’altra tappa della manutenzione infinita del “Michelangelo terribile”, come lo definì Vasari nelle sue cronache. Dopo tre anni di lavoro c’è una nuova illuminazione, progettata e costruita dalla Osram, e un nuovo impianto di climatizzazione realizzato dalla Carrier. Il costo è stato di 3 milioni di euro “regalati” alla Santa Sede dalla due aziende.
L’illuminazione è straordinaria e riesce a far vedere a chi sta con il naso all’insù particolari fino a oggi quasi invisibili. Sono stati utilizzati 7 mila led. La nuova aria della Cappella viene prodotta da un sistema di condizionatori altrettanto sofisticato. Alcune telecamere “contano” le persone dentro la Cappella e mandano le informazioni al computer che regola l’aria, la quale rimane costante tra i 20 e i 25 gradi, con umidità compresa tra 50 e 60 per cento. I condizionatori si trovano esterno e non fanno rumore.
L’ultimo restauro finisce nell’anno in cui si ricordano i 450 anni dalla morte di Michelangelo e i 20 anni dal restauro degli affreschi, sottolineato dal direttore dei Musei vaticani il professor Antonio Paolucci, e realizzato da Gianluigi Colalucci sotto la direzione di Fabrizio Mancinelli: “Come dimenticare le furibonde polemiche che accompagnarono la grande impresa? Oggi nessuno più avanza dubbi e tutti riconoscono che si è trattato di un intervento scientificamente esemplare e tecnicamente impeccabile, probabilmente il più importante e felice del XX secolo”.
La cappella Sistina è visitata ogni anni da tantissimi turisti (sei milioni, nel 2013) e in alcuni giorni si tocca la punta di venti mila visitatori. Il vecchio impianto di condizionamento era tarato per tre milioni di visitatori. Bisognava intervenire per abbattere le polveri, ricambiare l’aria e controllare temperatura e umidità, oltre che mantenere l’anidride carbonica a livelli accettabili per evitare di rovinare i 2500 metri quadrati di affreschi. Così è stato fatto. E Paolucci spiega: “Abbiamo onorato Michelangelo nel modo migliore”.