È
stata un'altra domenica striata di sangue per i cristiani in
Pakistan. Due kamikaze si sono fatti esplodere tra i fedeli che
assistevano alla Messa domenicale a Peshawar: i morti sono almeno 78,
e oltre 120 i feriti. Tra le vittime 7 bambini e oltre 30 donne.
Immediata la condanna delle autorità locali. «I terroristi non
hanno religione; uccidere persone innocenti è contrario agli
insegnamenti dell'Islam e di qualsiasi religione», ha dichiarato il
primo ministro Nawaz Sharif.
Paul Bhatti, presidente dell'alleanza
pakistana delle minoranze, ha definito l'attacco «un tentativo di
destabilizzare il Paese», parlando di «forze straniere» che
sarebbero dietro la strage, e ha chiesto al governo di fornire più
protezione alle minoranze religiose.
Sulla
strage pakistana è intervenuto, da Cagliari, anche durante l'incontro con i giovani della Sardegna: «Oggi
in Pakistan, per una scelta sbagliata, di odio, di guerra, è stato
fatto un attentato e sono morte 70 persone. Questa strada non va, non
serve. Soltanto la strada della pace, che costruisce un mondo
migliore», ha detto rivolgendosi ai giovani. «Ma se non lo fate
voi, se non lo fate voi, non lo farà un altro, eh? Questo è il
problema, e questa è la domanda che io vi lascio: “Sono disposto,
sono disposta a prendere una strada per costruire un mondo
migliore?”. Soltanto quello. E preghiamo un Padre nostro per tutte
queste persone che sono morte in questo attentato in Pakistan
...».
Alla fine ha concluso affidando la speranza di pace
alla Vergine Maria: «Che la Madonna ci aiuti sempre a lavorare
per un mondo migliore, a prendere la strada della costruzione, la
strada della pace e mai la strada della distruzione e la strada della
guerra».