Liturgia del giorno:
3Gv 5-8; Sal 111 (112); Lc 18,1-8
Nicola Tavelich, nato intorno al 1340 in Dalmazia, entrò nell’Ordine di San Francesco d’Assisi e, ordinato sacerdote, fu inviato come missionario in Bosnia, insieme a Deodato di Rodez; intorno al 1382 entrambi si trasferirono in Palestina, dove incontrarono altri due confratelli, Pietro di Narbonne e Stefano di Cuneo. Desiderosi di predicare la fede ai maomettani, lessero pubblicamente, con grande audacia, un elaborato nel quale esponevano la dottrina cristiana e confutavano l’islamismo, suscitando così la furibonda reazione dei presenti. Invitati a ritrattare quanto avevano detto, i quattro frati rifiutarono, dichiarandosi pronti a morire per la verità e per la loro fede: furono prima malmenati e seviziati in carcere, e dopo 3 giorni di violenze trucidati, fatti a pezzi e bruciati in piazza. Il loro martirio ebbe grande risonanza nel tempo, tanto che Leone XIII confermò il culto di Nicola e il 21 giugno 1970 Paolo VI li canonizzò tutti e quattro.