Salice
Sin dall’antichità sono note le sue proprietà antipiretiche e antinfiammatorie.
Nome botanico
Salix alba.
Nome comune
Salice piangente, salicastro, vetrice bianco.
Famiglia
Salicaceae.
Parti usate
Corteccia.
Descrizione
Albero a foglie caduche e rami flessibili ma robusti,
raggiunge i 20 metri di altezza, con chioma
larga e tronco robusto dalla corteccia suberificata.
I fiori sono separati: quelli maschili
sono riuniti in amenti inseriti all’estremità
di piccoli rametti con delle foglie ridotte, gli
amenti femminili sono più corti. Il frutto è una
capsula conica che a maturità si apre in due valve
e lascia uscire numerosi semi.
Componenti
Acido salicilico, flavonoidi, tannini, esteri della salicina.
A che cosa serve
Ha proprietà antinfiammatoria, analgesica e antipiretica,
utile per alleviare i sintomi influenzali.
L’efficacia degli estratti di corteccia sull’infiammazione
e il dolore è da attribuire soprattutto al
contenuto dei salicilati, in particolare la salicilica,
composti che diventano attivi solo dopo aver subito
una degradazione enzimatica nel fegato, che
li trasforma in acido salicilico. Le sue proprietà
sono state fondamentali nella realizzazione dei
moderni farmaci antinfiammatori non steroidei
(Fans). L’uso è controindicato nei pazienti con allergia
o ipersensibilità ai salicilati. Molta attenzione
va fatta nell’associazione con farmaci anticoagulanti
e antiaggreganti piastrinici.
Dalla corteccia all’aspirina
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L’utilizzo medicinale della corteccia di Salice contro
gli stati febbrili e i dolori risale a Galeno (II secolo d.C.). Il
primo a isolare l’acido salicilico fu il francese Pierre Joseph
Leroux nel 1929. Qualche anno dopo viene usato come
antinfiammatorio e antifebbrile, ma dà bruciori
di stomaco. In seguito si sintetizza l’acido acetilsalicilico
con minori effetti collaterali, che poi viene studiato
nei laboratori Bayer. Nel 1899 viene depositato il brevetto
di una molecola chiamata Aspirin.